Il Teuzzone, RV 736
Edizione critica a cura di Alessandro Borin - Antonio Moccia (testi in italiano e inglese)
COMPOSITORE:
Antonio Vivaldi
EDITORE:
Ricordi
TIPO PRODOTTO:
Partitura con copertina rigida
INSTRUMENT GROUP:
Orchestra
Con Il Teuzzone, RV 736, la collana della musica teatrale di Antonio Vivaldi si arricchisce di un nuovo volume che va a completare il dittico mantovano del Prete rosso. Messo in scena negli ultimi giorni del 1718, l’opera precedette di qualche mese la rappresentazione del Tito Manlio, RV 738 (PR
Specifiche
Subtitle | Edizione critica a cura di Alessandro Borin - Antonio Moccia (testi in italiano e inglese) |
Compositore | Antonio Vivaldi |
Curatore | Alessandro Borin |
Editore | Ricordi |
Organico | Orchestra and Voices |
Text language | Inglese;Italiano |
Tipo prodotto | Partitura con copertina rigida |
Instrument Group | Orchestra |
Style Period | Baroque |
Anno di pubblicazione | 2021 |
Genre | Repertorio classico |
Style | Classical |
ISBN | 9788881920426 |
ISMN | 9790041914503 |
Style Period | Baroque |
Numero di pagine | 555 |
No. | PR 00145000 |
Release Date | 15/03/2021 |
Descrizione
Con Il Teuzzone, RV 736, la collana della musica teatrale di Antonio Vivaldi si arricchisce di un nuovo volume che va a completare il dittico mantovano del Prete rosso. Messo in scena negli ultimi giorni del 1718, l’opera precedette di qualche mese la rappresentazione del Tito Manlio, RV 738 (PR 1411). L’edizione del Teuzzone, la prima nei tempi moderni, è basata sui due testimoni completi superstiti: la copia proveniente dall’archivio del compositore (Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, Raccolta Mauro Fo 33) e quella conservata ora a Berlino (Staatsbibliothek zu Berlin Preussischer Kulturbesitz, Musikabteilung, N. Mus, ms. 125), che fu prodotta per l’allestimento mantovano. Sono state collazionate inoltre numerose fonti secondarie. In appendice al volume sono presentati i materiali musicali scartati da Vivaldi nelle fasi precedenti alla prima rappresentazione. Nei testi a corredo dell’edizione si da conto delle nuove acquisizioni emerse dalle ricerche archivistiche e documentarie. Si è stabilito, ad esempio, che l’aria Tu, mio vezzoso (I.03) è un prestito dall’Alessandro Severo di Antonio Lotti, mentre l’aria Tornerò, pupille belle (II.02) è un rimaneggiamento di Nelle mie selve natie, aria dello Scanderbeg, RV 732. Viene così confermata la natura di pasticcio del titolo vivaldiano. Nella sezione dedicata alla descrizione delle fonti, con un accurato esame codicologico del testimone torinese si tenta un’audace ricostruzione delle fasi di composizione del lavoro vivaldiano, gettando così luce all’interno dell’officina vivaldiana. Si analizza inoltre lo stretto rapporto di questa partitura con un omonimo lavoro rappresentato a Torino nel 1716 con musiche di G. Casanova e A. S. Fiorè.